venerdì 13 gennaio 2017

Doctor Who

Questo blog è dominato dall'incostanza, o meglio, dai miei continui amori (leggasi ossessioni) verso qualcosa (film, libro, serie...). Da quando sono entrata nel magico mondo delle serie tv (due anni fa forse?) non ne sono più uscita, anzi mi sono infilata sempre più in questa foresta oscura. Potrei parlare di una marea di serie, ma inizio con questa per due motivi: il primo è che l'ho recuperata abbastanza recentemente (quindi la fissa è bella fresca e vigorosa), il secondo è che è una di quelle serie che credo tutti debbano guardare. Ok, penso che tutte le serie che io ho amato debbano essere viste dal mondo intero, ma in questo caso non lo dico perché uh quel personaggio è figo (ok, ok effettivamente il Dottore è figo, ma non è questo il punto); lo dico perché ogni episodio ti lascia qualcosa, qualcosa di positivo e, davvero, se tutti si costruissero una filosofia di vita sulle avventure del Dottore il mondo sarebbe un posto fantastic. Se ancora non l'aveste capito in questo post si parla di Doctor Who ;)

martedì 10 gennaio 2017

Welcome back



Salve a tutti! Torno dopo oltre un anno e mezzo di assenza a scrivere su questo blog. Purtroppo il mio caro computer mi abbandonò nell'estate del 2015 e solo adesso ho potuto acquistare un nuovo pc.
In questo momento mi sento come chi riprende il proprio diario segreto a distanza di tempo, rilegge cosa ha scritto e scopre che adesso è una persona diversa. Beh sì, adesso sono una donzella di vent'anni, al secondo anno di università, con una vita in parte differente rispetto a quella della ragazza che iniziò a scrivere questo blog. Sono un po' più matura (si spera), sicuramente più serena, più soddisfatta della sua vita e più nerd di quanto non fossi un tempo.
Cercherò di riprendere in mano questo blog con un po' più di costanza (pc permettendo) e già che ci sono vi faccio i migliori auguri per le feste passate :)
Ci si legge!

giovedì 20 agosto 2015

La canzone di Achille

Titolo originale: The song of Achilles
Autrice: Madeline Miller

Trama:
Non vi lasciate ingannare dal titolo. Se vi immaginate un resoconto di Achille della guerra di Troia vi sbagliate di grosso. 
Prima sorpresa appena si legge il primo capitolo: è Patroclo a "parlare". Sì, quel personaggio secondario e di contorno la cui morte serve a far ritornare in guerra Achille.
Seconda sorpresa appena si prosegue il libro: la guerra è lontana. È un dettaglio sullo sfondo della tela che ha sempre in primo piano i protagonisti.
Terza sorpresa: Achille non è un ammazza uomini, egoista e presuntuoso, ma un ragazzo prima e un uomo poi che viene guidato (quasi costretto) al compimento del suo destino.
Troviamo un Achille inedito, dolce e umano. Un Achille che non solo uccide, ma che è anche in grado di proteggere. Che non è solo adirato, ma sopratutto innamorato.

Pareri:
Si discute spesso sulla vera natura del legame tra Patroclo e Achille: amici, amanti? Omero non lo specifica, ci pensa la Miller a costruire una storia che già tutti conosciamo ma che fa emozionare come se fosse la prima volta che leggiamo degli eroi greci.
È stata un'immersione in un mondo lontano, più che una semplice lettura. Un mondo troppo duro e ingiusto per entrambi, specialmente per Patroclo, che dopo aver causato la morte di un ragazzo ed essere stato esiliato alla corte di Peleo, diventa contrario alla violenza e sviluppa un animo buono e gentile, eroico nel senso più positivo del termine.
È lui a salvare molte ragazze chiedendo ad Achille di prenderle come premio di battaglia per evitare che cadano nelle mani di altri uomini violenti. È lui a salvare molte vite umane grazie alle sue abilità mediche. È lui a cercare di convincere Achille a lasciare da parte la sua "ira funesta" per combattere accanto agli Achei che stanno per essere sconfitti. Ovviamente (perché il fato deve realizzarsi) non riesce a convincerlo, ma ottiene il permesso di recarsi lui stesso in battaglia con la sua armatura. Ed è così che muore, per mano di Ettore.
Tutti conosciamo a memoria questa storia, eppure è riuscita a farmi piangere. Ho pianto soprattutto per il dolore di Achille, l'eroe greco, Aristos Achaion -il migliore degli Achei-, il terribile e orgoglioso figlio di Teti che cade nel dolore appena apprende la notizia della morte dell'amato.
Non posso non spendere qualche parola anche sulla madre di Achille.
Teti è una divinità marina, un'ombra sempre presente tra i due che cerca di rompere il loro rapporto non ritenendo Patroclo degno di stare accanto al figlio.
Sarà poi lei alla fine a dare pace allo spirito di Patroclo, rimasto a vagare nel mondo dei vivi perché il suo nome non era scritto su alcuna tomba. Teti lo scriverà accanto al nome di Achille, sulla loro tomba dove giace l'urna che contiene le ceneri di entrambi. Uniti nel corpo e poi anche uniti nello spirito, quando finalmente Patroclo potrà raggiungere Achille nell'Ade.
Pagine tutte intrise di sentimento: quello tra Patroclo e Achille, ma anche amori non ricambiati, amicizie sincere. Sentimenti che non ci aspetteremmo mai di vedere in un mondo di guerrieri.

Voto: 5/5
Ho adorato ogni singola pagina!

***
Lo avrei riconosciuto solo dal tocco, dall'odore, lo avrei riconosciuto anche se fossi stato cieco, dal modo in cui respira, dal modo in cui i suoi piedi colpiscono il terreno.
Lo avrei riconosciuto nella morte, alla fine del mondo.

***
"L'ho fatto," dice. Di primo impatto non capisco. Ma poi vedo la tomba, e i segni che lei ha fatto sulla roccia. A C H I L L E, si legge. E accanto, P A T R O C L O.
"Vai," mi dice. "Ti sta aspettando."

Nel buio, due ombre, si avvicinano attraverso l'alba pesante e senza speranza. Le loro mani si incontrano, e la luce trabocca in un'inondazione come centinaia di urne dorate che sgorgano dal sole.

sabato 27 giugno 2015

Notte dopo gli esami...



Ne sento la necessità. Devo scrivere qualche righetta per la maturità appena conclusa. Ho trascorso una giornata (o meglio una mattinata) pesantissima, mi sono alzata alle sei, sono arrivata a scuola alle otto ed essendo l'ultima a dover dare l'orale sono uscita all'una e mezza passata.
Sono stata in ansia, ho studiato, mi sono preparata in quel paio di ore che mi separavano dall'esame.
Adesso sono qui, con qualche lacrimuccia che mi scende. Solo dopo che esci da quella porta capisci che è davvero finita e se poi sei proprio l'ultima il sentimento diventa più forte.
Entri, ti siedi e tutta l'ansia sparisce. Vedi gli interni che fanno il possibile per aiutarti e per metterti a tuo agio e forse ti vergogni un po' di aver pensato male di loro durante l'anno, di aver pensato che i prof sono dall'altro lato desiderando che tu faccia il peggio possibile. Non è così, vogliono che tu faccia il meglio e io dico grazie a loro e anche agli esterni e alla presidente (nemmeno loro sono dei mostri).
Tutta la malinconia che non avevo avvertito fino ad ora, adesso la sento molto bene. E' difficile descrivere lo stato d'animo subito dopo un esame di maturità. Sei felice e nostalgica al tempo stesso.
Mi è rimasto un pezzo di scuola nel cuore (nonostante tutte le maledizioni che le ho lanciato contro) e spero di aver lasciato un pezzo di me, seppur misero, alla scuola.
Gli ringrazio, dico un grazie grande quanto una casa. Grazie a loro ho scoperto i miei limiti e i miei pregi. Io sono ciò che sono anche grazie a loro.
Anche se gli ho odiati, disprezzati, maledetti io vi ringrazio. Farò tesoro di ciò che mi avete insegnato, non tanto della formuletta o del teorema (tanto quelli nel giro di 2/3 giorni li avrò già dimenticati), ma per i valori che mi avete trasmesso. Anche se queste righe non vi raggiungeranno, spero che in qualche modo percepiate il mio affetto.
Grazie di cuore,
S.

lunedì 15 giugno 2015

La scuola sta finendo...


Boh, mi sembrava giusto dedicare un post ad una parte della mia vita che presto (a meno che non succedano disastri o_o) dovrebbe chiudersi.
Parlo della scuola. Il 17 ho la prima prova e già mi sono fatta i miei calcoli per capire come prendere almeno il minimo sindacale.
A parte i voti e tutto il resto, questi ultimi residui di scuola mi fanno riflettere anche su altre faccende.
Si sta chiudendo una parte della mia vita, frequento la scuola da quando avevo 3 anni e adesso mi ritrovo diciottenne con le tasche piene dello studio, dei compagni, dei professori...
Per quanto brutto possa essere stato, non posso non  provare un flebile sentimento di nostalgia. Non è molto forte e me ne stupisco. Sarà che davvero sono arrivata al limite della sopportazione XD
Però devo ringraziarla, devo ringraziare la scuola perché se non ci fosse stata lei non sarei quello che sono (oddio, a questo punto non so se sia giusto ringraziarla...) perché ti insegna com'è la vita fuori (una merda), ti fa odiare tante cose, ti fa soffrire, ti pone -o meglio mi ha posto (a me e alla mia classe)- davanti alla crudezza della vita, all'ingiustizia, alla durezza e alla bastardaggine del destino, alle cazzate senza senso che spesso i ragazzini fanno.
E per questo devo ringraziarla. A me ha insegnato molto. Mi ha insegnato ad appassionarmi alle materie classiche, pur frequentando lo scientifico, ad avere stima di certi prof, ad odiarne altri, a provare pietà per altri ancora.
È come se stessi chiudendo il capitolo di un libro, il mio libro. E si sa che i libri non sono mai tutti belli e positivi. Ci sono gli antagonisti, gli imprevisti, gli errori.
Chiudo un capitolo per iniziarne un'altro, spero migliore, più radioso, più felice, più soddisfacente.
Spero di poter finalmente realizzare tutto quello che non sono riuscita a fare fin ora, spero di non sentirmi più un pesce fuor d'acqua e di non rimpiangere le mie scelte.
Spero, insomma, che sia un po' meglio. Ma non mi faccio illusioni. Perché il più grande insegnamento che mi ha dato la scuola è di prendere la vita così come viene e basta. Con il sorriso. Quello non deve mancare mai.

domenica 10 maggio 2015

Grazie mamma

Grazie mamma
perché mi hai dato
la tenerezza delle tue carezze,
il bacio della buona notte,
il tuo sorriso premuroso,
la dolce tua mano che mi dà sicurezza.
Hai asciugato in segreto le mie lacrime,
hai incoraggiato i miei passi,
hai corretto i miei errori,
hai protetto il mio cammino,
hai educato il mio spirito,
con saggezza e con amore
mi hai introdotto alla vita.
E mentre vegliavi con cura su di me
trovavi il tempo
per i mille lavori di casa.
Tu non hai mai pensato
di chiedere un grazie.
Grazie mamma.

Judith Bond

Piccolo pensiero per fare un grosso augurio a tutte le mamme del mondo! ♥

sabato 9 maggio 2015

Citazioni a random


«È un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente.»

Italo Svevo


Stavo leggendo un brano de "La coscienza di Zeno", ora non ricordo di preciso quale capitolo fosse (forse quello sul fumo o quello in cui chiede in moglie le tre sorelle), fatto sta che questa frase mi è saltata subito all'occhio.
Io spesso mi sono sentita superiore alla media per le mie presunte qualità intellettive (ma quando mai XD) o per la mia altissima morale (anche se spesso mi capita di pensare che sia semplice ripicca verso gente i cui atteggiamenti mi risultano odiosi). In realtà a scuola sono piuttosto nella media, anzi in certe materie molto al di sotto; non eccello in nessuna; non ho qualità particolari e sono già convinta che in futuro non sarò nessuno (già sarà molto se lavorerò XD).
Il problema forse è che non faccio nulla per risollevarmi o impegnarmi nelle cose in cui sono più scarsa. Continuo sempre a ripetermi "eh sì, matematica la posso studiare domani tanto che ci vuole? Leggo, capisco, un po' di fortuna e strappo la sufficienza" poi arriva ovviamente il quattro e mi ripeto che devo ficcarmi nella testa che devo mettermi a studiare meglio ecc. ecc..
Per questo mi sento molto simile a quell'inetto di Zeno, resto a cullarmi nella mia pigrizia, illudendomi di farcela col minimo sforzo.
La cosa peggiore forse è che ne sono consapevole (e sto anche scrivendo un post!) e sono convinta (conoscendomi) che non farò nulla per cambiare.
Almeno per quanto riguarda la matematica...