giovedì 20 agosto 2015

La canzone di Achille

Titolo originale: The song of Achilles
Autrice: Madeline Miller

Trama:
Non vi lasciate ingannare dal titolo. Se vi immaginate un resoconto di Achille della guerra di Troia vi sbagliate di grosso. 
Prima sorpresa appena si legge il primo capitolo: è Patroclo a "parlare". Sì, quel personaggio secondario e di contorno la cui morte serve a far ritornare in guerra Achille.
Seconda sorpresa appena si prosegue il libro: la guerra è lontana. È un dettaglio sullo sfondo della tela che ha sempre in primo piano i protagonisti.
Terza sorpresa: Achille non è un ammazza uomini, egoista e presuntuoso, ma un ragazzo prima e un uomo poi che viene guidato (quasi costretto) al compimento del suo destino.
Troviamo un Achille inedito, dolce e umano. Un Achille che non solo uccide, ma che è anche in grado di proteggere. Che non è solo adirato, ma sopratutto innamorato.

Pareri:
Si discute spesso sulla vera natura del legame tra Patroclo e Achille: amici, amanti? Omero non lo specifica, ci pensa la Miller a costruire una storia che già tutti conosciamo ma che fa emozionare come se fosse la prima volta che leggiamo degli eroi greci.
È stata un'immersione in un mondo lontano, più che una semplice lettura. Un mondo troppo duro e ingiusto per entrambi, specialmente per Patroclo, che dopo aver causato la morte di un ragazzo ed essere stato esiliato alla corte di Peleo, diventa contrario alla violenza e sviluppa un animo buono e gentile, eroico nel senso più positivo del termine.
È lui a salvare molte ragazze chiedendo ad Achille di prenderle come premio di battaglia per evitare che cadano nelle mani di altri uomini violenti. È lui a salvare molte vite umane grazie alle sue abilità mediche. È lui a cercare di convincere Achille a lasciare da parte la sua "ira funesta" per combattere accanto agli Achei che stanno per essere sconfitti. Ovviamente (perché il fato deve realizzarsi) non riesce a convincerlo, ma ottiene il permesso di recarsi lui stesso in battaglia con la sua armatura. Ed è così che muore, per mano di Ettore.
Tutti conosciamo a memoria questa storia, eppure è riuscita a farmi piangere. Ho pianto soprattutto per il dolore di Achille, l'eroe greco, Aristos Achaion -il migliore degli Achei-, il terribile e orgoglioso figlio di Teti che cade nel dolore appena apprende la notizia della morte dell'amato.
Non posso non spendere qualche parola anche sulla madre di Achille.
Teti è una divinità marina, un'ombra sempre presente tra i due che cerca di rompere il loro rapporto non ritenendo Patroclo degno di stare accanto al figlio.
Sarà poi lei alla fine a dare pace allo spirito di Patroclo, rimasto a vagare nel mondo dei vivi perché il suo nome non era scritto su alcuna tomba. Teti lo scriverà accanto al nome di Achille, sulla loro tomba dove giace l'urna che contiene le ceneri di entrambi. Uniti nel corpo e poi anche uniti nello spirito, quando finalmente Patroclo potrà raggiungere Achille nell'Ade.
Pagine tutte intrise di sentimento: quello tra Patroclo e Achille, ma anche amori non ricambiati, amicizie sincere. Sentimenti che non ci aspetteremmo mai di vedere in un mondo di guerrieri.

Voto: 5/5
Ho adorato ogni singola pagina!

***
Lo avrei riconosciuto solo dal tocco, dall'odore, lo avrei riconosciuto anche se fossi stato cieco, dal modo in cui respira, dal modo in cui i suoi piedi colpiscono il terreno.
Lo avrei riconosciuto nella morte, alla fine del mondo.

***
"L'ho fatto," dice. Di primo impatto non capisco. Ma poi vedo la tomba, e i segni che lei ha fatto sulla roccia. A C H I L L E, si legge. E accanto, P A T R O C L O.
"Vai," mi dice. "Ti sta aspettando."

Nel buio, due ombre, si avvicinano attraverso l'alba pesante e senza speranza. Le loro mani si incontrano, e la luce trabocca in un'inondazione come centinaia di urne dorate che sgorgano dal sole.